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Punto di vista del narratore: come sceglierlo

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04 03 2020

Punto di vista del narratore

Bentornati, amici lettori e aspiranti scrittori, a un nuovo appuntamento delle writing tips. Oggi ci concentreremo sulla prima regola per scrivere un romanzo: scegliere il punto di vista del narratore (potete leggere le altre qui).

Iniziamo col dire che dal punto di vista dipenderanno diversi elementi della vostra narrazione come, per esempio, il tono di voce e il tema principale.

È bene, quindi, prendersi del tempo per capire quale sia il punto di vista più adatto alla nostra storia.

Ma cos’è il punto di vista del narratore? In parole molto semplici è il modo in cui l’autore decide di raccontare la sua storia. Senza dilungarmi oltre, passiamo direttamente a vedere quali sono i diversi punti di vista tra i quali poter scegliere.

 

la scelta del punto di vista del narratore

 

LA PRIMA PERSONA

Attraverso “l’io narrante” il lettore vive e percepisce la storia attraverso gli occhi e le emozioni del protagonista; l’autore, con questo punto di vista, crea inevitabilmente un forte legame emotivo tra il suo protagonista e chi legge la storia. L’intimità che si crea è molto forte e sicuramente il lettore sarà catapultato all’interno delle vicende narrate con grande forza; il problema, però, che si riscontra con la scelta della prima persona è che sia l’autore che il lettore sono completamente focalizzati sul protagonista e sono, di conseguenza, costretti ad adattarsi alla personalità di quello specifico personaggio.

LA PRIMA PERSONA A VISIONE MULTIPLA

Questo particolare punto di vista lo trovo piuttosto interessante: consiste nell’affidare la narrazione anche ad altri personaggi, oltre al protagonista. Questa tecnica scatena un forte coinvolgimento nel lettore, in quanto gli viene data la possibilità di osservare la storia da diverse angolazioni. È un metodo consigliato per i romanzi in quanto, nei racconti, non c’è abbastanza tempo per far comprendere al lettore i diversi aspetti che caratterizzano i personaggi. Il rischio della prima persona a visione multipla è che chi ci legge potrebbe perdere di vista il reale protagonista della storia.

LA PRIMA PERSONA PERIFERICA

Ci troviamo di fronte a questa particolare tecnica di narrazione quando, a raccontare la storia, è un personaggio secondario rispetto al protagonista. La difficoltà principale si riscontra nell’impossibilità, per il narratore, di raccontare le emozioni vissute dall’eroe.

PUNTO DI VISTA DEL NARRATORE: LA TERZA PERSONA

L’autore sceglie di far raccontare la storia a una voce diversa da quella dei suoi personaggi. Questa voce, quindi, avrà accesso ai pensieri e alle emozioni di un solo personaggio. Semplicemente, il narratore racconta la storia dalla prospettiva del soggetto. Questa tecnica può sembrare molto simile a quella della prima persona, quindi perché sceglierla? Perché rispetto all’io narrante ha un vantaggio estremamente utile per gli autori: non si rimane ancorati all’intelligenza del personaggio scelto, permettendo così di spaziare con il lessico. L’aspetto negativo è che per far funzionare la terza persona il protagonista deve essere sempre presente in ogni momento raccontato.

LA TERZA PERSONA A VISIONE MULTIPLA

Come stiamo vedendo scegliere il punto di vista del narratore non è semplice. Io stessa, quando ho iniziato a scrivere la mia saga fantasy romance ho fatto diversi tentativi. Poi, però, ho raggiunto il mio personalissimo paradiso. La terza persona a visione multipla mi ha consentito di raccontare e approfondire diversi aspetti della storia che desideravo far conoscere ai miei lettori. Anche in questo caso, mi sento di consigliare di utilizzare questo particolare punto di vista nei romanzi ed evitarlo nei racconti. Ma, sopratutto, fate capire ai vostri lettori quando cambiate punto di vista; personalmente utilizzo un semplicissimo spazio bianco tra un personaggio e l’altro. Come per la prima persona a visione multipla, anche qui il rischio è di far perdere di vista il vostro protagonista.

PUNTO DI VISTA DEL NARRATORE: LA TERZA PERSONA ONNISCIENTE

Vi confesso che non amo molto i libri scritti con questa tecnica che, per fortuna, sono rari. Trovo che la narrazione risulti essere troppo impersonale e “distante”. Con la terza persona onnisciente, l’autore può decidere di condividere con i suoi lettori tutte le informazioni che ritiene necessarie; può entrare a fondo nei pensieri dei personaggi oppure tenersene completamente fuori e, addirittura, svelare dettagli su eventi futuri.

LA TERZA PERSONA OGGETTIVA

Sicuramente le spiegazioni eccessive e lunghissime sono evitate, ma scegliendo di non far entrare in contatto il lettore con le emozioni dei personaggi si rischia di tenerlo a distanza. Con questa tecnica, infatti, tutto viene mostrato attraverso le azioni e i dialoghi.

LA SECONDA PERSONA 

Tecnica usata pochissimo (ricollegata principalmente a Jay McInerney e Lorrie Moore), porta i lettori a sentirsi i veri protagonisti della storia, in quanto l’autore si rivolge direttamente a loro.

 

 

Miei cari lettori e aspiranti scrittori, questa piccola guida per scegliere il punto di vista del narratore termina qui. Sono veramente curiosa di sapere se le conoscevate già tutte e se avete provato a metterne in pratica qualcuna! Vi aspetto nei commenti a questo post e su Instagram.

Vi aspetto!

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