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Vita da scrittrice: sfatiamo qualche falso mito

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18 03 2021

La figura mitologica della scrittrice ispirata

“La vita da scrittrice (o almeno la mia) è fatta di sensi di colpa. Punto.”

Dici che questo non è un buon modo per iniziare? Hai ragione. Aspetta, riprovo!

LA VITA DA SCRITTRICE È BELLISSIMA…ED FATTA DI SENSI DI COLPA. PUNTO.

Sì, i sensi di colpa ci sono e anche tanti. L’immagine della scrittrice che passeggiando per strada, vede una gelateria tutta colori pastello e dolcezze e tira fuori, nel giro di un mese, il best seller della vita è una vera min…cavolata!

La vita da scrittrice è fatta di studio, scrittura, ricerca, ancora studio, ancora scrittura e tanti “mio Dio, sono incapace”. E quando non scrivi, non cerchi e non studi, ma decidi di riposarti (sai com’è, siamo esseri umani) allora ti senti in colpa.

“Quei 45 minuti di puntata su Netflix potresti dedicarli al tuo libro.”

“Sfrutta i dieci minuti che usi per andare al bagno per pensare al colpo di scena perfetto invece di leggere l’etichetta della crema anticellulite!!”

“Ma come?! Esci a fare la spesa?! Sei davvero convinta che non sarebbe meglio spendere quell’ora davanti al tuo pc?!”

“Ma brava! Ti sei fatta il cane! Un’altra scusa per perdere minuti preziosi!!”

Queste sono solo alcune delle frasi che l’entità mitologica nota come “Vita da Scrittrice” mi rifila ogni giorno. Ma oltre questo, ci sono un’altra serie di miti che vorrei sfatare per mettere a tacere una volta per tutte che “la vita da scrittrice è facile”.

Caffè e cipollotti disordinati super fashion: la vita da scrittrice non è proprio così

“Lei è seduta alla sua scrivania con una tuta grigia, morbidi calzini di spugna, con il suo chignon che le regala un meraviglioso aspetto casual chic”.

Sì, vabbè. Ciao. Forse quando hai appena acceso il pc. Perché dopo due ore di scrittura intensa, immersa tra le pagine del dizionario (online) dei sinonimi e dei contrari, alla disperata ricerca di parole che proprio non ne vogliono sapere di uscire fuori, il reale aspetto è questo qui:

Quindi direi che, anche sul quantitativo di caffè, non c’è da discutere, giusto?

Le autrici scrivono quando sono ispirate

Questa è un po’ come la storia del negozio del gelato. È vero l’ispirazione è di grande aiuto ma parliamoci chiaro: la scrittura è soprattutto metodo e costanza. Non si può pensare di scrivere un romanzo solo quando si è ispirati perché altrimenti tra una pagina e l’altra passano settordici secoli, e il libro esce nel duemilamai.

Perché parlo di costanza e metodo? Perché se non si scrive tutti i giorni, con dedizione e cura, riprendere in mano la propria storia sarà sempre più difficile. Fidati di una che, purtroppo, non riesce a essere costante.

“Sei una scrittrice, il biglietto d’auguri lo scrivi tu”

Ma bastaaaaaaa! Ma sul serio?! Pensa che io, la fregatura me la becco doppia perché oltre a essere una scrittrice sono anche una professionista della comunicazione. La combo perfetta. Nella mente della gente posso scrivere dei biglietti d’auguri da premio Nobel. E invece, indovina un po’?! A scrivere in bigliettini sono una vera franaaaa! Oh, l’ho detto! La cosa migliore che sono riuscita a produrre è stata: “Auguri di tanta pace e serenità”. Pensa un po’.

Ecco qui. Questa è la vita da scrittrice. Ah aspetta, aspetta. C’è un’altra cosa di cui voglio parlare.

Ti commuovi quando un lettore ti scrive che ha amato il tuo libro

Già. Eccola la parte più bella. Sapere che le mie parole hanno significato qualcosa per la mia lettrice o il mio lettore…beh…è la cosa più bella! Tutto lo sforzo, tutti i sacrifici vengono ripagati leggendo semplicemente un messaggio o una recensione. Tu lettrice, o tu lettore, per noi autrici sei tutto. Tutto il nostro lavoro è per te. E per questo ti dico grazie.

Momento sdolcinato finito. E anche l’articolo! Ma tranquilla, torno presto!

Ps: se sei curiosa di leggere il mio “momento di consapevolezza” riguardo la scrittura, clicca qui!

 

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